Amo la Fotografia… non le stampe fotografiche!

In un tempo non troppo lontano, il canvas era un supporto quasi ad esclusivo appannaggio dei pittori. Oggi non è più così!

L’andare a “scrivere” su qualsiasi forma di materia, forse insita nell’indole dell’essere umano, ha portato anche la fotografia a cimentarsi su questa forma di stampa.

Una stampa che nel tempo ha visto migliorare la tecnica, i supporti, ma soprattutto le “macchine” preposte a tale lavoro.

Nello specifico non entro in merito a tecnicismi, ma basta essere entrato qualche volta in un laboratorio anche solo serigrafico, per avere un’infarinatura della stampa a pigmenti su supporti vari.

Sono le alterazioni cromatiche il punto del mio ragionamento.

La cromia è emozione e i geni della pittura lo avevano compreso molto bene. La riproduzione su canvas delle fotografie, a mio avviso è un inseguire questa genialità in modo sbagliato.

La grandezza del pittore oltre a riguardare la sua geniale visione, riguarda le sue capacità nel dosare i colori, l’utilizzo dei materiali, la capacità di imprimere più o meno forza nell’utilizzo del pennello, il tutto per creare uniformità.

La stampa su canvas per me, tutto questo non lo ha.

Per quanto la tecnologia sia andata avanti, si tratta sempre di una testa meccanica che si sposta linearmente su piani orizzontali  o verticali e dosa i colori secondo degli algoritmi e non seguendo il cuore. Le cromie dipendono solo e soltanto dalla casa produttrice del plotter e c’è da essere felici, se solo si avvicinano a quella che è davvero la foto pensata, vista e impressa nella nostra mente.

Ora non voglio affossare questo genere di mercato, che sicuramente avrà i suoi numeri, ma mi piacerebbe che si avesse un po’ più di coscienza sul tipo di supporto, e riconoscere a quest’ultimo il giusto merito emozionale.

Sia che si sta ammirando un dipinto, sia che si sta “amando” una fotografia.

Amo la Fotografia… non le stampe fotografiche!

© pierocolafrancesco