
Richard Avedon è stato un famosissimo ritrattista americano e non solo che ha saputo concentrare il sua lavoro sulla personalità dei soggetti. Si concentrava sul ritratto per cogliere attimi, luci, espressioni uniche in ogni volto. Innovativo è stato il suo modo di lavorare con le modelle che fino ad allora venivano riprese quasi ed esclusivamente in studio. Stravolge il concetto di moda stesso, collocando le modelle in locali notturni o per strada. Questa sua ricerca lo distingue dai suoi colleghi del periodo per il distacco dalla fotografia classica verso un concetto di movimento. Non sono più soggetti inanimati ma esseri umani fatti di carne ed ossa, vivi, respirano, si emozionano, e lui riesce a coglierne momenti di esaltante gioia o scatti di ira.
Facile trovare la sua storia personale e professionale sul web perché ci sono pagine e pagine che parlano di lui, merita un click il sito “The Richard Avedon Foundation“, ma oggi voglio soffermarmi sul suo lavoro con le modelle.
I suoi ritratti sono emotivi e rivoluzionano i canoni dell’epoca rendendo trasparente l’anima e l’essenza di chi viene immortalato, che si tratti di personaggi pubblici o persone comuni: modelle, celebrità, bambini, o gente di strada vengono fotografati con le proprie debolezze ed imperfezioni, colti alla sprovvista, sovrappensiero, cogliendo quell’essenza che ne mette in mostra la verità interiore.
Anche l’icona della cultura pop Marilyn Monroe è stata una modella per Avedon, ed è grazie a lui se ad oggi ci è arrivata un’immagine che la ritrae in una rara espressività di vita interiore. Nell’immaginario dei più si è abituati a vederla ritratta sorridente, solare, sprizzante di energia e positività, ma la sua storia è nota e probabilmente anzi sicuramente, lei era un essere umano proprio come noi. Pensieri, dubbi, angosce, fatta proprio quelle verità interiori che Avedon ricercava.

Ricordando una sessione di ritratti con Monroe che ebbe luogo nel suo studio nel maggio del 1957, disse: “Per ore ha ballato, cantato e flirtato e ha fatto questa cosa che è tipica di Marilyn Monroe. E poi c’è stata l’inevitabile caduta. E quando la notte era finita e il vino bianco era finito e la danza era finita, lei si sedette in un angolo come un bambino, con tutte le cose che la circondavano sparite. La vidi seduta tranquillamente senza espressione sul suo viso, e mi avvicinai a lei ma non la fotografavo mai senza che lei ne fosse a conoscenza. E mentre le andavo incontro con la fotocamera, ho visto che non stava dicendo di no.”
Andare oltre la superficie, portare alla luce la loro personalità, questa sembra essere la sua missione.
Alcune sue frasi celebri
“Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.”
“Tutte le fotografie sono accurate. Nessuna di esse è la verità.”
“Le mie fotografie non vogliono andare al di là della superficie, sono piuttosto letture di ciò che sta sopra.”
“Marilyn Monroe alla macchina fotografica offriva più di qualsiasi altra attrice, o donna, che io abbia mai inquadrato: era infinitamente più paziente, più esigente con se stessa e più a suo agio di fronte all’obiettivo che non quando ne era lontana.”
“Non mi piacciono gli espedienti a base di giochi di luce o pose particolari. Il bianco aiuta a separare il personaggio dal resto. Il grigio invece protegge, abbraccia, riscalda, ti fa emergere dall’ombra alla luce. Racconta un’altra storia. Nel bianco sei solo.”
“Non mi piace osservare la gente in piccolo. Esponendo i ritratti a grandezza naturale offro un’opportunità all’immaginazione di diventare autentica.”
“I miei ritratti dicono molto più di me che delle persone che io fotografo.”