Abbandonarsi con “dignità”

Voglio iniziare da qui e da questa immagine, perché mi sono reso conto che la mia “fotografia” era finita nella condizione dell’abbandono con dignità.

Un po’ come l’uomo che si lascia andare al vissuto, al contesto, alle influenze, ma che continua a portare con se la sua persona. Può scegliere di abbandonare quello che era e farlo in maniera netta, a volte anche violenta, oppure continuare a vivere nell’anonimato vestendosi di dignità.

Mi sono imbattuto in quest’immagine, anche se mi piace pensare che ho incontrato quest’uomo, camminando per New York. Era al riparo dal cammino degli altri, riposando nella rientranza della vetrina di un negozio chiuso. Le vetrate a proteggere la sua persona. La sua posizione di protezione. Un mix di sentire che mi ha letteralmente ipnotizzato.

Ho pensato mille cose in una frazione di secondo, ho scattato una sola fotografia perché terrorizzato dall’idea che potessi calpestare i suoi sogni, ho volutamente immaginato che lui stesse sognando. Ha me piace immaginare che lui fosse un fotografo. E la sua fotografia come la mia, abbandonata con dignità.

Anche se lasciata in disparte per tanto, troppo tempo, vivendo una condizione quasi di abbandono, perché la fotografia è “un essere vivente” e può vivere la stessa condizione di quest’uomo, sento che continua ad essere carica di dignità sia la sua che la mia.

Destati “fotografo”, il mondo che ti circonda ti sta aspettando!

pierocolafrancesco